Il Laboratorio di Studi interculturali “textra” è lieto di invitarVi all'incontro Transdisciplinarietà: territori possibili, che si terrà lunedì 1 aprile alle ore 15:00 in aula 2 (III piano Facoltà).
La transdisciplinarità emerge nel mondo scientifico come necessità di attraversamento: un campo aperto nel quale i centri di attrazione delle singole discipline si fanno meno forti e i concetti si trasformano insieme ai tentativi di sistematizzare nuovi metodi di indagine. Il fisico teorico Basarab Nicolescu in una sua riflessione sul concetto di transidisciplinarità ricorre a una metafora suggestiva. Spiega che lo spazio intergalattico, erroneamente immaginato come vuoto, è denso di energia e materia. I corpi celesti sono addensamenti di queste, intorno a centri di attrazione. Addensamenti, cioè territori dai confini visibili. La transidisciplinarità sta oltre" questi confini" e sperimenta il difficile equilibrio tra analisi e creazione dell'oggetto di indagine, processo nel quale lo studio sembra confondersi con la produzione artistica. Nelle scienze umane l'attenzione e la relazione con il soggetto rendono gli strumenti dell'analisi utili anche per l'azione pratica, e la ricerca diventa processo sociale e culturale. Allo stesso modo un approccio transdisciplinare, intuendo e svelando i rapporti tra le discipline classiche e i concetti di attrazione che ne hanno permesso la fusione, evidenzia anche il legame con le strutture di potere. La transdisciplinarità sembra creare i territori in cui agisce e la sua pratica non può che essere esplicita, situata e contingente.
L'incontro vedrà la partecipazione di Marina Marengo (Università degli Studi di Genova) e dell'antropologa Miriam Castaldo (Istituto Nazionale Salute, Migrazioni, Povertà).
La transdisciplinarità emerge nel mondo scientifico come necessità di attraversamento: un campo aperto nel quale i centri di attrazione delle singole discipline si fanno meno forti e i concetti si trasformano insieme ai tentativi di sistematizzare nuovi metodi di indagine. Il fisico teorico Basarab Nicolescu in una sua riflessione sul concetto di transidisciplinarità ricorre a una metafora suggestiva. Spiega che lo spazio intergalattico, erroneamente immaginato come vuoto, è denso di energia e materia. I corpi celesti sono addensamenti di queste, intorno a centri di attrazione. Addensamenti, cioè territori dai confini visibili. La transidisciplinarità sta oltre" questi confini" e sperimenta il difficile equilibrio tra analisi e creazione dell'oggetto di indagine, processo nel quale lo studio sembra confondersi con la produzione artistica. Nelle scienze umane l'attenzione e la relazione con il soggetto rendono gli strumenti dell'analisi utili anche per l'azione pratica, e la ricerca diventa processo sociale e culturale. Allo stesso modo un approccio transdisciplinare, intuendo e svelando i rapporti tra le discipline classiche e i concetti di attrazione che ne hanno permesso la fusione, evidenzia anche il legame con le strutture di potere. La transdisciplinarità sembra creare i territori in cui agisce e la sua pratica non può che essere esplicita, situata e contingente.
L'incontro vedrà la partecipazione di Marina Marengo (Università degli Studi di Genova) e dell'antropologa Miriam Castaldo (Istituto Nazionale Salute, Migrazioni, Povertà).
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